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Villapiana: Ai tempi della Magna Grecia la città da molti storici fu indicata come Leutermia.

Tale nome fu conservato fino al IX secolo, quando venne distrutta dalle incursioni saracene. Probabilmente intorno al XIV secolo, si è chiamata Casalnuovo fino al 1863. Il toponimo attuale si riferisce all’ubicazione del centro, situato alle pendici di belle montagne, a dominio di una vasta pianura. Seguendo le vicende di Amendolara, fu assoggettata a diversi passaggi di proprietà. Possedimento dei della Marra, dei Carafa, dei Pignatelli, dei Patavino, dei Pignone, dei di Loffredo e dei Castrocucco, ebbe come ultimi feudatari i Pignatelli di Bellosguardo. Compresa nel cantone di Tursi, ai tempi della Repubblica Partenopea, col nuovo ordinamento amministrativo disposto dai francesi, all’inizio dell’Ottocento, fu inclusa dapprima, quale università, nel cosiddetto governo di Cassano all’Ionio e poi tra i comuni del circondario di Amendolara. I Borboni la trasferirono nella giurisdizione di Cerchiara di Calabria. La sua storia post-unitaria non si discosta da quella del resto della regione. Tra le testimonianze storico-architettoniche figurano: la chiesa parrocchiale di Santa Maria del Piano, del XIII-XIV secolo, inserita nell’elenco dei monumenti nazionali; il convento di Sant’Antonio, della fine del Cinquecento, contenente pregevoli opere lignee; il trecentesco palazzo dei Principi, con eleganti finestre e portale in stile durazzesco; i ruderi del castello feudale, e la torre del Saraceno, del XV secolo, facente parte del sistema difensivo costiero. Centro rivierasco, ubicato in pianura e di origini medievali, che accanto alle tradizionali attività agricole e ad alcune iniziative industriali ha sviluppato il turismo. I villapianesi, con un indice di vecchiaia inferiore alla media, sono concentrati oltre che nel capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, anche nelle località Lido e Scalo; il resto della popolazione si distribuisce tra numerosissime case sparse e i nuclei Anzafava, Frassinetto, Pantano 112 e Pericelle. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con accentuate differenze di altitudine. L’abitato, interessato da una forte crescita edilizia, ha un andamento plano-altimetrico vario. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, spicca un albero di arancio, sradicato, munito di otto frutti dorati e accompagnato da tre serpenti d’argento. La redazione non ne ha ottenuto l’autorizzazione alla riproduzione.

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